Palestrina - Guida Turistica

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.: PALESTRINA
  Palestrina è un comune di 18.012 abitanti della provincia di Roma.
 All'interno del territorio dell'antico Latium, la zona, cioè, compresa tra il Tevere a Nord, i Monti Lepini a Sud, il mare ad Ovest ed i monti Preappenninici ad Est, la città di Palestrina, il cui nome latino era Praeneste, occupa una posizione strategica di notevole importanza:dall'alto del monte Ginestro, alla cui sommità era l'acropoli (l'attuale Castel S. Pietro), cinta di potenti mura, la città poteva controllare la valle del Sacco, punto nodale per le comunicazioni tra l'Etruria e la Campania, regione nella quale gli etruschi avevano ricchi insediamenti.Ma anche una delle più importanti vie di comunicazione tra l'Appennino ed il Tirreno ricadeva sotto il controllo di Praeneste, vale a dire il percorso che, attraversando il territorio di Tivoli, sbucava ad Anzio.
 I prenestini fecero fruttare, nel corso della loro storia, questa rendita di posizione nel migliore dei modi, come testimoniano i monumenti ed i pregevoli reperti rinvenuti in città e nel territorio. Antichi miti attribuiscono la fondazione della città a personaggi diversi. Le origini di Praeneste vennero ricondotte ora a Prainestos, figlio di re Latino e nipote di Ulisse, ora a Telegono, figlio dello stesso Ulisse e di Circe, o ancora a Caeculus, figlio del dio Vulcano. L'indagine archeologica, invece, ancora le prime fasi di occupazione dell'area di Palestrina al cosiddetto "secondo periodo laziale", verso la fine dell'VIII secolo a.C., epoca alla quale riconducono i pochi oggetti di corredo, rinvenuti in sporadiche sepolture a incinerazione scavate ai margini dell'antica via Prenestina.Questi pochi dati hanno comunque permesso di ipotizzare l'esistenza di un abitato protostorico, la cui esatta localizzazione è ancora incerta, che era forse strutturato in comunità sparse in diversi villaggi, secondo un sistema diffuso nel Lazio dell'epoca. Anche per il periodo immediatamente successivo, la cosiddetta epoca "orientalizzante" , (fine VIII-fine VII secolo a.C.) sono le città dei morti, le necropoli, ad informarci sulla città dei vivi. La continuità di vita, che si è sviluppata per 2800 anni sul sito che oggi chiamiamo Palestrina, ha distrutto, infatti, le tracce più antiche e labili del passato, lasciando, curiosamente, solo le sepolture, e i loro corredi. Nel VII secolo a.C., dunque, Praeneste comincia a sfruttare la sua rendita di posizione, la centralità della città nel sistema di scambi dell'epoca è testimoniata proprio dai ricchi corredi delle tombe, i cui preziosi oggetti dimostrano contatti e scambi con tutte le popolazioni del Mediterraneo, in particolare, con gli Etruschi.
 Tra VII e VI sec. e fino alla metà del V sec. a.C. Praeneste intrattiene rapporti particolarmente intensi anche con il mondo italico, in particolare con i popoli del retroterra appenninico e con il Piceno: lo dimostrano i rinvenimenti sia di alcuni caratteristici oggetti di ornamento femminile, che tipici elementi dell'armamento del guerriero, come i dischi-corazza bronzei, importati da queste zone o addirittura prodotti a Palestrina su modelli provenienti da quelle aree. e prime notizie tramandate dagli autori antichi risalgono solo all'inizio dell'epoca repubblicana, quando se ne ricordano i rapporti con la lega latina. Purtroppo a questo proposito le nostre fonti non sono concordi: secondo lo storico romano Tito Livio, Praeneste abbandonò la lega nel 499, mentre secondo l'autore greco Dionigi di Alicarnasso, la città ne faceva ancora parte ancora nel 498 a. C. Praeneste intraprende frequenti lotte con Roma, già nel 380 a.C., il comandante romano Cincinnato la conquista, portando a Roma, come bottino di guerra, la statua di Giove Vincitore, che dedicò sul Campidoglio. Seguirono altre rivolte che portarono la città ad allearsi dapprima con i Galli nel 358 a.C. in funzione antiromana, e a partecipare alla guerra latina, con la conclusione della quale, nel 338, finì per essere definitivamente sottomessa da Roma. Praeneste venne così privata di una parte del suo territorio e perse sensibilmente di importanza, tanto che anche le fonti letterarie sulla città diventano da questo momento più esigue. Sappiamo soltanto che durante la seconda guerra punica un pretore prenestino, M.Anicio, si distinse nella strenua difesa di Casilinum contro l'avanzata di Annibale, e che dopo la conclusione di questa guerra la città divenne luogo di confino per i prigionieri.
 La storia recentissima è segnata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale che, oltre a causare morte e distruzione, consentirono, però, la scoperta delle strutture del santuario. grandiosi forme ellenistiche oggi ancora parzialmente visibili.